Appunti di tecnica fotografica
 


(10) Camera oscura


Sviluppo della pellicola
(la tank, forbici, termometro, ecc... )

La chimica

Oltre al fascino delle immagini che fornisce, il processo in bianco e nero può essere realizzato interamente in proprio, senza grosse difficoltà e a costi tutto sommato contenuti. Una pellicola b/n ha una struttura stratificata, e al di sotto di un finissimo strato protettivo perfettamente trasparente, troviamo uno strato più spesso; si tratta della gelatina, in cui sono distribuiti i granuli di sali d' Argento (nello schema rappresentati con la sigla AgCl).

E' questa la parte della pellicola sensibile alla luce (fotosensibile). Al di sotto di questo strato troviamo il supporto di plastica sintetica, che consente alla pellicola di essere resistente e di poter essere confezionata in rotoli o in grandi lastre piane. Uno strato antiriflesso completa la struttura, affinché la luce che attraversa la pellicola non crei riflessioni e aloni indesiderati che sciuperebbero l'immagine fotografica. La pellicola, deve sempre essere trattata al buio più completo, finché non sarà stata sviluppata e fissata. Solo allora potremo maneggiarla alla luce ed osservarla in trasparenza.

Durante lo scatto.

La luce, che penetra nella macchina fotografica attraverso, obiettivo e otturatore, va a colpire la pellicola, e siccome la scena ripresa e' formata da parti più luminose e parti più scure, la pellicola non viene illuminata uniformemente in tutti i punti.
Alcuni granuli di Cloruro d'Argento saranno colpiti da molta luce, corrispondente alle parti più chiare dell'immagine, altri non saranno colpiti affatto, in corrispondenza delle parti più scure dell'immagine.

Se la estraessimo ora dalla macchina fotografica, oltre a rovinarla del tutto, ci accorgeremmo che la luce, colpendo la pellicola, non crea alcuna immagine visibile. I fotoni, colpendo i cristallini di sale d’argento, ne hanno comunque modificato la struttura atomica. Si dice allora che, nella pellicola impressionata, esiste un’ immagine latente.

Il trattamento della pellicola.

Per rendere visibile l’immagine sulla pellicola è necessario sottoporla ad un trattamento chimico, detto processo di sviluppo, mediante sostanze chimiche liquide (bagni), suddiviso in diverse fasi:

1 - sviluppo
2 - arresto
3 - fissaggio

La pellicola non può assolutamente mai vedere la luce prima che sia completata la fase di fissaggio.
Se questo accadesse, otterremmo una pellicola completamente nera, senza traccia di immagini

Sviluppo

La pellicola, al buio completo, viene immersa in un liquido detto rivelatore che costituisce il bagno di sviluppo. I granuli di cloruro d’argento che erano stati colpiti dalla luce, subiscono una scissione. Il cloro (Cl) si stacca dall'argento (Ag) e nella pellicola, al posto di granuli bianchi di cloruro d’argento, rimangono granuli neri di argento metallico.

Questo fatto si verifica solo per i granuli che avevano assorbito la luce, quelli impressionati, che adesso sono diventati neri. Gli altri, invece, non subiscono alcuna trasformazione, in essi il cloro rimane attaccato all'argento, ed essi rimangono bianchi. Adesso esiste un'immagine visibile, ma la pellicola è ancora sensibile, non dobbiamo esporla alla luce, se non vogliamo che annerisca completamente

Arresto

In pratica la pellicola viene trattata con un bagno di acido acetico diluito in acqua che arresta il processo di sviluppo, ovverosia interrompe il fenomeno dell'annerimento delle parti che erano state precedentemente colpite dalla luce.

Fissaggio

In questa fase la pellicola viene trattata con un bagno acido contenente alcuni sali di zolfo la cui azione è quella di sciogliere i cristalli bianchi di cloruro d'argento ancora presenti nella pellicola. Rimangono in questo modo solo i granuli neri di argento metallico.
Solo ora la fotosensibilità della pellicola è neutralizzata.

Ecco perché solo dopo il fissaggio la pellicola può essere esposta alla luce, e guardata per valutare la qualità delle immagini presenti sui vari fotogrammi. Da questo momento in poi essa non è più impressionabile.

Procuriamoci l’occorrente

La Tank

Non è altro che un recipiente a tenuta di luce che può essere riempito e svuotato dei bagni chimici senza dover stare al buio.
Al suo interno si mette, avvolta nella spirale, (di solito fornita con la tank e così detta perché la pellicola vi si avvolge a spirale), la pellicola da sviluppare. Una Tank economica costa da 10 a 20 euro ma ci si deve assicurare che oltre ad essere a tenuta di luce sia anche fornita di efficaci guarnizioni, per non rischiare di fare la doccia quando la maneggeremo e la agiteremo una volta riempita di liquido.

Il termometro

Poiché il processo di sviluppo non è altro una reazione chimica e poiché un parametro importante è proprio la temperatura dei reagenti, bisogna misurarla con una certa precisione. Esistono in commercio appositi termometri (di solito ad alcool), precisi ed economici.

Forbici

Servono per tagliare via il rocchetto su cui è avvolta la pellicola dentro al caricatore metallico e per tagliare la pellicola in spezzoni una volta asciutta.
  

Un cronometro

In teoria sarebbe sufficiente un orologio con la lancetta dei secondi, ma per evitare errori e data l'enorme diffusione e il basso costo di questi strumenti è meglio avere almeno un orologio con cronometro, ricordando che se vogliamo eseguire anche le stampe su carta, deve essere leggibile anche al buio. Assicuratevi che la luce prodotta dal cronometro non possa influenzare in alcun modo i processi di sviluppo ed eventuale stampa.

     
Misurini e contenitori graduati

Ce ne servono almeno tre; uno da 100cc per misurare i chimici da miscelare, uno da1000cc per miscelare i chimici con l’acqua e una caraffa che abbia una capacità di almeno un litro.

 

Bottiglie

Per conservare i bagni chimici già diluiti e pronti all’uso o dopo averli utilizzati. Poiché il bagno di sviluppo tende ad ossidarsi in presenza di aria, si trovano in commercio apposite bottiglie a soffietto che possono venire spremute fino a far uscire tutta l'aria. Ma si possono utilizzare anche le comuni bottiglie di plastica.

Imbuto

Per riporre i vari bagni chimici nelle relative bottiglie, una volta utilizzati.

Pinze appendi-film

servono per appendere il negativo ad asciugare.
Ne servono due, una delle quali munita di peso per mantenere la pellicola in tensione. Da ricordare che funzionano egregiamente bene anche le comuni mollette da bucato.
Utensile apri-caricatore

Per estrarre la pellicola da avvolgere sulla spirale si deve aprire il caricatore e si possono utilizzare sia un uno strumento apposito che un comune apri-bottiglie.
I piu' sofistici possono utilizzare un estrattore di pellicola, che ci permette di far uscire la parte terminale del rullino senza aprire il contenitore. Questo sistema è sicuramente elegante, ma decisamente più costoso. Senza contare che, se sul bordo della fessura d’uscita della pellicola si fermano delle impurità, corriamo rischio di graffiare il rullino in modo permanente ed irreversibile.

Salviette assorbenti

Non fanno parte dell’attrezzatura strettamente necessaria, ma siccome si lavora con dei liquidi, e le tank non sono quasi mai a tenuta perfetta, sono una delle cose più utili da tenere sottomano.

Lo sviluppo del negativo in pratica

I bagni

Si preparano i bagni utilizzando i misurini, sviluppo, arresto, fissaggio alla diluizione prevista sulle rispettive istruzioni accluse, poi si portano alla temperatura di lavoro, solitamente di 20°C. Se sono più freddi, si possono riscaldare mettendoli a bagnomaria in acqua calda; se più caldi, qualche minuto in frigo o in surgelatore serviranno allo scopo. È importante che lo sviluppo sia a 20°C, per l’arresto il fissaggio la temperatura non è tassativa, fra 20 e 25 gradi va tutto bene.

Caricamento della tank

Questa operazione è solitamente spiegata in maniera esauriente sulle istruzioni d'uso delle tank.
E’ bene ricordare che l'operazione va compiuta nell'oscurità totale quindi per allenarci a caricare la pellicola sulla spirale, è bene fare delle prove sacrificando una pellicola (magari scaduta e avuta in regalo), per arrivare preparati all'evento!
Disporre i vari pezzi della tank e tutti gli attrezzi che ci servono in ordine e in posizione tale da essere trovati facilmente al buio totale. Spegniamo la luce e aperto il caricatore, tagliamo la coda della pellicola, arrotondiamone i bordi affinché non si inceppi e carichiamola sulla spirale. Eliminiamo il rocchetto del caricatore, mettiamo la spirale nella tank, chiudiamo bene con il coperchio. A questo punto possiamo accendere la luce, dato che la tank è a tenuta di luce.

Sviluppo

Apriamo il tappo che serve per caricare i liquidi, versiamo il rivelatore, chiudiamo tutto, facciamo partire il cronometro, ribaltiamo lentamente la tank per una decina di volte (circa trenta secondi) e infine battiamola con decisione un paio di volte sul tavolo (operazione che serve per eliminare eventuali bolle d'aria rimaste attaccate alla pellicola).
Ogni 60 secondi agitiamo, rovesciando la tank, e poi torniamo a batterla un paio di volte sul tavolo, ciò che importa è abituarsi ad usare lo stesso tipo di agitazione per tutta la durata dello sviluppo.

Arresto

Una quindicina di secondi prima dello scadere del tempo di sviluppo, svuotiamo la tank e recuperiamo lo sviluppo servendoci dell’imbuto. Quindi immettiamo la stessa quantità di arresto, agitiamo per una ventina di secondi e svuotiamo di nuovo.

Fissaggio

Versiamo il fissaggio e agitiamo come fatto per lo sviluppo. Fissiamo per il tempo consigliato sulla confezione della pellicola o del fissaggio stesso. È sempre meglio “abbondare” nella durata del fissaggio, piuttosto che “scarseggiare”, un cattivo fissaggio causa un deterioramento molto precoce dell'immagine nel tempo. A questo punto, recuperiamo il bagno di fissaggio rimettendolo nella bottiglia, e siamo pronti per il…

Lavaggio

Apriamo la tank e mettiamola sotto il rubinetto dell’acqua corrente assicurandoci che la temperatura dell’acqua non sia troppo lontana dai 20 gradi e lasciamocela per almeno dieci minuti.

Trattamento antigoccia

Terminata la fase di lavaggio, se si lasciasse asciugare il negativo così ottenuto, si formerebbero macchie di calcare lasciate dall’acqua che evapora, quindi è opportuno effettuare un bagno di trattamento antigoccia, utilizzando un prodotto tensioattivo, adeguatamente diluito in acqua, per tre minuti circa.

Asciugatura

Ora si può aprire la spirale per liberare la pellicola prendendola per i bordi o per la coda iniziale, la poniamo ad asciugare in una zona il più possibile priva di polvere, in quanto ogni granello che si attacca all'emulsione resterà attaccato in modo perenne, producendo sulle stampe dei puntini bianchi. Il luogo migliore, se non disponiamo di una camera oscura è il bagno, dove si può utilizzare lo stendino in modo da poterci appendere la pellicola con l’apposita pinza. Se non si mette un peso, (l'apposita pinza piombata, un paio di pinze da bucato o qualunque cosa vi venga in mente) in basso, che la mantenga in tensione, asciugandosi la pellicola tenderà ad arrotolarsi, facendovi poi disperare quando la maneggerete.
Quando la pellicola è completamente e perfettamente asciutta, possibilmente il giorno seguente, (l'emulsione bagnata è delicatissima), si può tagliare con le forbici in spezzoni da 6 fotogrammi per essere riposta negli appositi raccoglitori (possibilmente usate quelli di pergamino, non quelli di plastica).

             
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