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Appunti di tecnica fotografica | |||||
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I
bagni Posizioniamo il negativo |
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Poniamo il nostro primo
fotogramma nel porta-negativi facendo in modo
che l'uno e l'altro siano il più possibile
privi di polvere. Accendiamo l'ingranditore,
posizioniamo la testa in modo da avere l'ingrandimento
desiderato. Mettiamo a fuoco con l'obiettivo
a tutta apertura servendoci del focometro,
se l'abbiamo a disposizione.
Il
tempo di esposizione |
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Si spegne l'ingranditore,
si toglie il filtro rosso, si copre la carta
con il cartoncino nero, si avvia il nostro
conta-secondi, si accende l'ingranditore e
si scopre una porzione di foglio di qualche
centimetro ad intervalli regolari (es:
10-15-20-25-30 secondi).
Quindi si eseguono in sequenza e tenendo conto dei tempi dei vari bagni, che troviamo indicati sulle confezioni, sviluppo, arresto, fissaggio e lavaggio, usando le pinze per prendere la carta dalle vaschette e facendo attenzione a non toccare con la pinza che stiamo maneggiando, il liquido del bagno successivo. Accertiamoci di avere chiuso il pacco della carta da ciu abbiamo estratto il foglio appena usato, accendiamo la luce e osserviamo il provino. |
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Se
siamo stati fortunati, ci sarà una
striscia che giudicheremo correttamente esposta,
vale a dire un settore dove troviamo zone
bianche con dettagli appena percettibili.
In caso contrario dovremo ripetere la procedura con tempi maggiori o minori. Supponiamo che il settore "buono" sia quello con esposizione di 20 secondi. Con questo tempo realizzeremo una stampa di lavoro su un secondo foglio da cui partire per determinare il…Giusto contrasto Osserviamo ora la stampa, possono aversi 3 casi: 1. Le ombre con dettaglio (zone più scure della stampa), sono anch'esse correttamente esposte per cui la scala di grigi del negativo è riprodotta tutta e bene in quella della carta. È un fatto abbastanza raro ma in questo caso, anche il grado di contrasto della carta che abbiamo scelto per le stampe di prova è corretto. La nostra stampa è quindi corretta. 2.
Le ombre con dettaglio non sono sufficientemente
scure. In questo caso il contrasto della
carta è insufficiente, per cui dobbiamo
effettuare
una nuova esposizione (stesso tempo)
aumentando il grado di contrasto della carta
(es. usando il 3 invece del 2). Sviluppata
la stampa, ripeteremo l'analisi sulle ombre.
3. Le ombre sono dei neri pieni ed indistinti, e quindi la carta scelta è troppo contrastata. Si deve quindi esporre un altro foglio di contrasto più basso (es. 1 invece del 2) e ripetere l'analisi su questa nuova stampa. Naturalmente potremo anche risparmiare un po' di carta, utilizzando come stampa di lavoro un mezzo foglio di carta o una striscia, che contenga comunque elementi significativi dell'immagine. Stabiliti i giusti parametri, li useremo per ottenere la stampa finale. Le prime volte, però, è forse il caso di "sprecare" un po' di carta in più per familiarizzare con il suo comportamento al variare del tempo di esposizione e del contrasto. Se il fissaggio resta a contatto con l'emulsione, provoca un deterioramento dell'immagine con formazione di macchie indelebili. Quindi una volta ottenuta una stampa che ci soddisfa, questa va ben lavata in acqua corrente. Ognuno ha proprie opinioni sulla procedura di lavaggio, comunque direi che un quarto d'ora in acqua corrente, è un tempo sufficiente, mezz'ora è meglio! Ricordate che vedere le proprie stampe deteriorarsi nel tempo con macchie o zone scolorite e ingiallite non è per nulla piacevole, quindi meglio lavare le foto per qualche minuto in più che in meno. Per le stampe lucide è valido il trattamento antigoccia anche se non necessario come nelle pellicole. Spendere qualche minuto in più per il procedimento di stampa, vale sicuramente un migliore risultato finale. Asciugatura Ora
stendete il “bucato”, e lasciate
asciugare senza farvi nemmeno sfiorare
dall’idea di usare un asciugacapelli
per accelerare il processo, otterreste
solo il risultato di far accartocciare
tutto, e dovreste sprecare molto più
tempo per spianare i fogli, che se li
aveste lasciati asciugare da soli. Il rivelatore E’ il reagente responsabile della reazione chimica fondamentale della fotografia, lo "sviluppo". Si trova sia in polvere (da sciogliere in acqua), che come liquido concentrato (da diluire secondo le istruzioni riportate sulla confezione). Quelli in polvere sono di solito più economici e si conservano per anni se non vengono sciolti in acqua, quelli liquidi concentrati sono un po' più costosi e si conservano meno, ma sono più pratici da preparare. Se ne trovano in commercio di molte marche, da quelli generici a quelli dedicati in modo specifico ad un certo tipo di carta o pellicola e si differenziano anche per il rendimento dei toni neri ottenibili. Ciascuno fara' la propria scelta in base ai gusti personali e al prorio stile. Da notare che il rivelatore per pellicole non serve per la carta fotografica, e di conseguenza se vogliamo stampare le nostre foto, dovremo procurarceli entrambi. |
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L’arresto
Acido acetico che opportunamente diluito si usa tra sviluppo e fissaggio per arrestare la reazione di sviluppo e per non contaminare il successivo bagno di fissaggio. C'è chi lo sostituisce con un risciacquo in semplice acqua di rubinetto, con il vantaggio di non dover avere a che fare con un prodotto chimico in più, e soprattutto non dover sopportare il suo terribile odore, anche se ultimamente se ne producono versioni (vivamente consigliate) quasi completamente inodori. Il fissaggio |
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E’
il terzo reagente che ci serve. Anche in
questo caso c'è solo l'imbarazzo
della scelta. Poiché lo stesso prodotto
può usarsi sia per il fissaggio delle
stampe che per quello delle pellicole e
poiché non ha problemi di conservazione
come il rivelatore, conviene acquistare
i flaconi più grandi. Ricordate che
solitamente il tempo necessario è
diverso dalle pellicole alle carte e che,
alla fine delle nostre stampe, andrebbe
filtrato prima di riporlo in un contenitore,
dato che in esso si deposita il sale d’argento
non annerito dal procedimento di sviluppo.
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