Appunti di tecnica fotografica  
 

I bagni

Si preparano esattamente come quelli per il trattamento della pellicola, alle diluizioni previste sulle rispettive confezioni. La temperatura dei bagni dovrà essere di 20/25 °C.
Poniamo il rivelatore nella prima bacinella il bagno d'arresto nella seconda e il fissaggio nella terza. È bene che la disposizione sia nell'ordine: rivelatore, arresto, fissaggio, in modo da non confonderci.
Facciamo il buio e accendiamo la luce inattinica.

Posizioniamo il negativo

Poniamo il nostro primo fotogramma nel porta-negativi facendo in modo che l'uno e l'altro siano il più possibile privi di polvere. Accendiamo l'ingranditore, posizioniamo la testa in modo da avere l'ingrandimento desiderato. Mettiamo a fuoco con l'obiettivo a tutta apertura servendoci del focometro, se l'abbiamo a disposizione.

Il tempo di esposizione

Come per ogni altra fotografia, dovremo determinare la corretta esposizione. In più stavolta abbiamo anche l'onere di determinare la giusta gradazione di contrasto della carta. Infatti, nella stampa finale si deve di solito avere tutta la scala dei grigi, dal massimo bianco al massimo nero.
Quindi, in generale, con un negativo poco contrastato, c'è bisogno di una carta a contrasto elevato, capace di comprimere le tonalità di grigio del negativo.
Viceversa, con un negativo molto contrastato c'è bisogno di una carta a basso contrasto, capace di espandere i toni di grigio presenti.
Sembrerebbe a prima vista molto complicato determinare contemporaneamente il giusto tempo di esposizione e il giusto grado di contrasto della carta, ma scindendo i due problemi si può fare agevolmente.
Si parte dal fatto che il tempo d'esposizione delle alte luci con dettaglio (zone molto scure del negativo), non varia al variare della gradazione di contrasto della carta. In pratica, se per una gradazione di carta 2 troviamo che le alte luci con dettaglio, sono ben riprodotte con un'esposizione di 10 secondi, una carta con gradazione 3, purché della stessa marca e tipo, esposta per gli stessi 10 secondi fornirà un risultato analogo.
Si imposta il diaframma a f/8, in modo da operare alla miglior resa dell'obiettivo, e si determina prima il giusto tempo di esposizione.

Usiamo la tecnica del "provino scalare" e utilizziamo inizialmente una carta di medio contrasto (es. la 2), si pone il filtro rosso dell'ingranditore sotto l'obiettivo, (non dimenticatelo!) e si pone un foglio di carta di dimensioni adatte a contenere i particolari scelti sul piano di stampa, in corrispondenza della zona scelta.

Si spegne l'ingranditore, si toglie il filtro rosso, si copre la carta con il cartoncino nero, si avvia il nostro conta-secondi, si accende l'ingranditore e si scopre una porzione di foglio di qualche centimetro ad intervalli regolari (es: 10-15-20-25-30 secondi).
Quindi si eseguono in sequenza e tenendo conto dei tempi dei vari bagni, che troviamo indicati sulle confezioni, sviluppo, arresto, fissaggio e lavaggio, usando le pinze per prendere la carta dalle vaschette e facendo attenzione a non toccare con la pinza che stiamo maneggiando, il liquido del bagno successivo.
Accertiamoci di avere chiuso il pacco della carta da ciu abbiamo estratto il foglio appena usato, accendiamo la luce e osserviamo il provino.

Se siamo stati fortunati, ci sarà una striscia che giudicheremo correttamente esposta, vale a dire un settore dove troviamo zone bianche con dettagli appena percettibili.
In caso contrario dovremo ripetere la procedura con tempi maggiori o minori. Supponiamo che il settore "buono" sia quello con esposizione di 20 secondi.
Con questo tempo realizzeremo una stampa di lavoro su un secondo foglio da cui partire per determinare il…
Giusto contrasto

Osserviamo ora la stampa, possono aversi 3 casi:

1. Le ombre con dettaglio (zone più scure della stampa), sono anch'esse correttamente esposte per cui la scala di grigi del negativo      è riprodotta tutta e bene in quella della carta. È un fatto abbastanza raro ma in questo caso, anche il grado di contrasto della carta      che abbiamo scelto per le stampe di prova è corretto. La nostra stampa è quindi corretta.
2. Le ombre con dettaglio non sono sufficientemente scure. In questo caso il contrasto della carta è insufficiente, per cui dobbiamo      effettuare una nuova esposizione (stesso tempo) aumentando il grado di contrasto della carta (es. usando il 3 invece del 2).      Sviluppata la stampa, ripeteremo l'analisi sulle ombre.
3. Le ombre sono dei neri pieni ed indistinti, e quindi la carta scelta è troppo contrastata. Si deve quindi esporre un altro foglio di      contrasto più basso (es. 1 invece del 2) e ripetere l'analisi su questa nuova stampa.

Naturalmente potremo anche risparmiare un po' di carta, utilizzando come stampa di lavoro un mezzo foglio di carta o una striscia, che contenga comunque elementi significativi dell'immagine. Stabiliti i giusti parametri, li useremo per ottenere la stampa finale. Le prime volte, però, è forse il caso di "sprecare" un po' di carta in più per familiarizzare con il suo comportamento al variare del tempo di esposizione e del contrasto.


L’importanza di un ottimo lavaggio

Se il fissaggio resta a contatto con l'emulsione, provoca un deterioramento dell'immagine con formazione di macchie indelebili. Quindi una volta ottenuta una stampa che ci soddisfa, questa va ben lavata in acqua corrente. Ognuno ha proprie opinioni sulla procedura di lavaggio, comunque direi che un quarto d'ora in acqua corrente, è un tempo sufficiente, mezz'ora è meglio! Ricordate che vedere le proprie stampe deteriorarsi nel tempo con macchie o zone scolorite e ingiallite non è per nulla piacevole, quindi meglio lavare le foto per qualche minuto in più che in meno. Per le stampe lucide è valido il trattamento antigoccia anche se non necessario come nelle pellicole. Spendere qualche minuto in più per il procedimento di stampa, vale sicuramente un migliore risultato finale.

Asciugatura

Ora stendete il “bucato”, e lasciate asciugare senza farvi nemmeno sfiorare dall’idea di usare un asciugacapelli per accelerare il processo, otterreste solo il risultato di far accartocciare tutto, e dovreste sprecare molto più tempo per spianare i fogli, che se li aveste lasciati asciugare da soli.
Per chi volesse comunque strafare, esistono apparecchiature per accelerare il processo di asciugatura, e altri apparecchi denominati lucidatrici, per rifinire e distendere perfettamente i fogli.

I prodotti chimici

Il rivelatore

E’ il reagente responsabile della reazione chimica fondamentale della fotografia, lo "sviluppo". Si trova sia in polvere (da sciogliere in acqua), che come liquido concentrato (da diluire secondo le istruzioni riportate sulla confezione). Quelli in polvere sono di solito più economici e si conservano per anni se non vengono sciolti in acqua, quelli liquidi concentrati sono un po' più costosi e si conservano meno, ma sono più pratici da preparare. Se ne trovano in commercio di molte marche, da quelli generici a quelli dedicati in modo specifico ad un certo tipo di carta o pellicola e si differenziano anche per il rendimento dei toni neri ottenibili. Ciascuno fara' la propria scelta in base ai gusti personali e al prorio stile. Da notare che il rivelatore per pellicole non serve per la carta fotografica, e di conseguenza se vogliamo stampare le nostre foto, dovremo procurarceli entrambi.

L’arresto

Acido acetico che opportunamente diluito si usa tra sviluppo e fissaggio per arrestare la reazione di sviluppo e per non contaminare il successivo bagno di fissaggio.
C'è chi lo sostituisce con un risciacquo in semplice acqua di rubinetto, con il vantaggio di non dover avere a che fare con un prodotto chimico in più, e soprattutto non dover sopportare il suo terribile odore, anche se ultimamente se ne producono versioni (vivamente consigliate) quasi completamente inodori.

Il fissaggio

E’ il terzo reagente che ci serve. Anche in questo caso c'è solo l'imbarazzo della scelta. Poiché lo stesso prodotto può usarsi sia per il fissaggio delle stampe che per quello delle pellicole e poiché non ha problemi di conservazione come il rivelatore, conviene acquistare i flaconi più grandi. Ricordate che solitamente il tempo necessario è diverso dalle pellicole alle carte e che, alla fine delle nostre stampe, andrebbe filtrato prima di riporlo in un contenitore, dato che in esso si deposita il sale d’argento non annerito dal procedimento di sviluppo.

L’imbibente (trattamento antigoccia o aticalcare)

Esistono molte e controverse tecniche. L'ortodossia del B/N consiglia di operare un ultimo bagno antigoccia in acqua addizionata da un apposito prodotto chiamato "imbibente". Si tratta di un prodotto chimico, che facilitando lo scivolamento delle gocce d’acqua, evita come già detto che il calcare resti sulla pellicola o sulla carta. Essenzialmente è un tensioattivo e le maggiori marche di prodotti per il B/N ce l' hanno in listino. Si può sostituire eventualmente con una goccia di sapone neutro o di shampoo. Altri, per i negativi, usano una miscela di acqua e alcool (che tra l'altro rende più veloce l'asciugatura).
Un ultimo bagno in acqua demineralizzata o distillata, non lascia traccia. Pare, però, che l'acqua demineralizzata indebolisca l'emulsione rendendola delicatissima, per cui se volete usare questa tecnica, poi maneggiate il negativo con la massima delicatezza.
L’imbibente è vivamente consigliato anche per le stampe su carta lucida, anche se non necessario evita macchie di calcare e comunque velocizza il processo di asciugatura.

             
<<< Indietro