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Appunti
di tecnica fotografica |
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(9) Composizione e lettura dell’immagine In fotografia, non si dovrebbe mai parlare di riproduzione ma sempre di rappresentazione del reale
Dal momento che l’immagine fotografica,
essenzialmente si risolve in una rappresentazione
grafica su supporto bidimensionale, può
direttamente stimolare solo uno dei nostri
cinque sensi, la vista. E’
una regola di composizione riconosciuta e
utilizzata in fotografia, per dare maggiore
risalto ad alcuni elementi, su cui dovrà
cadere l’attenzione, a discapito di
altri. |
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La
regola dei terzi, può essere applicata
anche verticalmente, sfruttando le tre fasce,
questa volta in verticale. In questo caso,
le linee saranno utilizzate per posizionarvi il soggetto principale. Così facendo, la foto acquisterà dinamismo, rompendo quella staticità che si avverte nelle fotografie col soggetto centrale. L’occhio sarà portato a focalizzare l’attenzione fuori dalla sua posizione naturale (quella centrale) e questo forzato spostamento, contribuirà a fornire la sensazione dinamica. |
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Nelle
intersezioni delle linee si andranno a costituire
i quattro punti forti dell’immagine,
dove andremo ad inserire gli elementi più
importanti. Questi punti di attenzione, utilizzati per posizionare il soggetto, oltre a forme ordinate, geometriche o moduli ripetuti (es. filari di alberi), acquistano un particolare significato; da essi infatti, parte e si sviluppa la lettura dell’immagine, portando l'osservatore attraverso un percorso che gli permette di esplorare tutti gli altri elementi. Abituati, nelle culture occidentali, per esempio a leggere e scrivere da sinistra verso destra e dall’alto verso il basso, se posizioniamo il soggetto principale nel terzo inferiore destro, offriremo una lettura molto inusuale. Una foto così strutturata, potrebbe trasmettere sensazioni di inquietudine, di infelicità, di frustrazione. Si deve inoltre considerare anche il destinatario del messaggio fotografico che stiamo componendo, perchè in una cultura diversa dalla nostra il punto di partenza per la lettura dell’immagine, considerato più usuale, potrebbe essere completamente diverso, con la conseguenza di suggerire all’osservatore, sensazioni molto diverse da quelle che ci siamo prefissi. Quando si decide la struttura di un’immagine, ogni scelta deve avere una motivazione di base. Non è indispensabile naturalmente la precisione di un geometra e non è detto comunque che una buona composizione, nasca sempre da questa regola, ci sono situazioni o particolari tipi di rappresentazioni grafiche che a ragione non la rispettano, ma si deve capire l’intenzione di trasgredire la regola dei terzi, volontariamente. Linee |
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Le
linee sono parte dell’immagine fotografica
e possono essere generate da qualsiasi cosa,
influiscono sull’impatto emotivo dell’immagine
fotografica. Hanno cioè un potere psicologico che influenza il nostro stato d’animo. Per capire meglio questo concetto è meglio fare degli esempi: • Linee verticali danno forza, fierezza, dignità … Lo sguardo scorre da sinistra a destra. • Linee orizzontali evocano tranquillità, stabilità, inalterabilità …Lo sguardo scorre verso l’alto. • Linee diagonali esprimono movimento rompendo la staticità della foto rendendola dinamica, creano uno stato di tensione e lo sguardo può scorrere su di esse, in entrambe le direzioni. |
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•
Le linee curve suscitano un’armonia
naturale, tranquilla , fluttuante, positiva
(in natura vi sono molti elementi
dove predominano linee curve).
Anche le linee curve esprimono movimento, ma non è netto come nelle linee diagonali perché libero di andare in tutte le direzioni. Il movimento espresso dalle linee curve, non incontrando spigoli, ha anche la caratteristica di essere un movimento dolce, elegante. • Le linee frastagliate invece, di spigoli e angoli netti ne presentano molti e ciò da un senso di movimento, molto energico e ricco di tensione. • Lo spessore contribuisce all’influenza emotiva che essa trasmette all’osservatore. Linee di grande spessore, perciò, amplificano le sensazioni che possono trasmettere. |
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Sta a noi a questo punto, utilizzarle in funzione delle loro caratteristiche, sfruttarle per dirigere lo sguardo dell’osservatore in un punto specifico o per giocarci creando particolari geometrie. Sagome
La sagoma è semplicemente una linea
chiusa che parte da un punto, segue varie
direzioni, e torna nel punto di partenza. |
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Fotografare
frontalmente un soggetto/oggetto è
l’unica maniera per creare un’immagine
piatta, senza alcun elemento che gli conferisca
tridimensionalità, altrimenti acquisterebbe
una forma. Può essere utile il teleobbiettivo, per sfruttarne la caratteristica di ridurre la prospettiva e di isolare il soggetto. Per quanto riguarda le condizioni di luce, si deve evitare la formazione di ombre perché producono effetto di rilievo. Quindi, la direzione della luce, dovrà essere frontale oppure posteriore all’oggetto (controluce). Con la luce frontale si può distinguere immediatamente l’oggetto e leggerne alcune caratteristiche mentre col controluce, l’oggetto sarà nero, illeggibile e potrà essere riconosciuto solo per la sua sagoma (silouette). Le sagome più ricorrenti in fotografia, riguardano cose fatte dall’uomo e generalmente rappresentano figure geometriche regolari (quadrati, cerchi, triangoli….) o composizioni di più figure, che per coerenza di contenuto possono essere assimilate in un’unica forma finale. |
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Sostanzialmente,
in base alla figura che costituisce una
sagoma, si avranno risposte emotive diverse,
dovute alle associazione mentali che ne
conseguiranno. Forme |
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Se
dopo aver fotografato la sagoma dell’oggetto,
ci si posiziona in modo da riprendere contemporaneamente
un altro lato dell’oggetto o si attende
che la luce lo colpisca lateralmente, in
modo da formare ombre che conferiscono profondità
e spessore, si hanno le condizioni per fotografare
la forma dell’oggetto. In altre parole,
quando la sagoma acquista tridimensionalità
si ottiene la forma. |
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Trame |
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Motivi Un motivo è costituito da linee, sagome, forme o trame, che si ripetono più volte ad intervalli più o meno regolari. Le foto raffiguranti un motivo hanno un impatto visivo molto forte perché ciò che esprime il singolo elemento viene moltiplicato per tutti gli elementi della scena dando origine ad un ritmo che coinvolge l’osservatore e che diventa, a questo punto, il ritmo proprio dell’immagine stessa. |
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