Un
amico, un parente o qualsiasi persona con
cui si ha un buon rapporto, può costituire
un modello con cui esercitarsi. Non è
la bellezza del modello ma disponibilità,
comprensione e pazienza le doti essenziali
che determinano la riuscita di un buon ritratto,
perché il successo risiede nelle nostre
capacità di valorizzare il soggetto
rendendolo interessante agli occhi di chi
lo guarda.
Il ritrattista dovrebbe dedicare un certo
tempo allo studio del soggetto da ritrarre
in questo modo si fa conoscenza, si focalizzano
gli aspetti della sua personalità e
le reazioni alle varie situazioni.
Tutto ciò ha lo scopo di ridurre la
tensione emotiva in fase di ripresa. Evitando
le focali corte che ingrandiscono eccessivamente
naso e orecchie e utilizzando obiettivi con
focali che vanno da 70mm a 150mm, possibilmente
con grande apertura di diaframma (f/2,8 -
4), mettere a fuoco sempre sugli occhi del
soggetto e fare grande attenzione alla profondità
di campo. Si possono pianificare la data e
l’ora delle riprese ma sarà necessario
un po’ di fortuna per avere la luce
migliore. Essa cambia molto rapidamente e
presenta caratteristiche diverse nei diversi
orari della giornata, col variare delle condizioni
climatiche e delle stagioni. Ogni tipo di
luce darà risultati diversi e non potendola
impostare a nostro piacimento, dovremo posizionare
il soggetto in funzione di come questa lo
illumina. Un’illuminazione sbagliata
può creare ombre sgradevoli su varie
zone del viso, e in base al tipo di luce queste
ombre risulteranno più o meno accentuate.
Per attenuare le ombre possiamo far passare
la luce attraverso un diffusore oppure, portando
luce nelle zone in ombra mediante pannelli
riflettenti o illuminando con il flash.
La lettura esposimetrica va fatta sulla pelle
del soggetto. Il tempo di otturazione mediamente
buono è 1/125sec., perché permette
al soggetto di muoversi. A volte è
necessario ammorbidire i toni della pelle
utilizzando un filtro soft, o giallo per le
riprese in biaco e nero. Lo sfondo di un ritratto
non deve essere ricco di particolari, perché
meno elementi ci sono, che possano distrarre
l’attenzione dal soggetto, migliore
sarà il risultato (uno sfondo molto
vario va sfuocato il più possibile).
Non sarà comunque troppo difficile
perché nel ritratto, la maggior parte
del fotogramma è occupata dal soggetto.
I piani canonici di inquadratura nel ritratto
sono sei:
1.
(PI) piano intero,
dove tutto il soggetto viene compreso nell’inquadratura.
2.
(PA) piano americano,
soggetto inquadrato dalla testa alle
ginocchia, (Creato appositamente per le
scene di duello nei film western, in
quanto, permetteva di inquadrare anche
le pistole che pendevano dai cinturoni).
3.
(PM) piano medio,
ripresa a mezzo busto
(tipica inquadratura delle annunciatrici
televisive).
4.
(PP)
primo piano,
inquadratura che include solo la testa e le
spalle.
5.
(PPP) primissimo piano,
il viso riempie completamente l’inquadratura.
6.
(PPPP) particolare,
è raffigurato solo un particolare del viso.
L’istantanea
Per
realizzare questo tipo di scatti l'ideale
sarebbe conoscere i soggetti in modo da cogliere
le espressioni che li caratterizzano, ma non
è esclusa la ricerca di volti sconosciuti,
quelli di persone che attraversano la nostra
vita per un istante e il cui ritratto possiamo
cercare di "rubare".
Ci serve un teleobiettivo da 100mm a 300mm
ma la cosa più importante però
è un occhio particolarmente esercitato, in
modo da decidere in pochi istanti quale
inquadratura scegliere in funzione della luce,
del soggetto e dei colori.
Predisporsi in modo da avere sempre la luce
a favore, scegliere una postazione comoda,
un tavolino di un bar, di un ristorante o
sedersi su una panchina. Una cosa molto utile
è quella di attivare tutti gli automatismi
che la fotocamera ci mette a disposizione,
in modo da non dover perdere tempo quando
si decide di scattare.
Niente cavalletto, questo e' un genere di
"caccia" che va fatta tutta a mano
libera.
Mai usare flash, che rendono tutto artificiale.
Il fine ultimo è di cogliere i soggetti
nella loro espressione quotidiana, abituale,
quindi se si percepisce la volontà
di mettersi in posa, lo scopo primario viene
mancato.
Una fermata occasionale durante un’escursione
e un obiettivo da 105mm hanno permesso di
ottenere questa inquadratura di un pittore
di acquerelli a piazzale Michelangelo a Firenze.
In
essa si possono cogliere i semplici gesti
delle mani che dipingono, e l’espressione
del viso a sottolineare la concentrazione
sul dipinto e l’astrazione dalla realtà
che lo circonda.
Una
cosa da ricordare è che esiste una
legge sulla privacy quindi attenzione a
come utilizzate questo tipo di scatti!
Fare firmare al soggetto fotografato una
liberatoria per la pubblicazione delle immagini
e'
sempre la cosa migliore.
Pero' prima scattate la foto, poi chiedete
al soggetto se potete fotografarlo, altrimenti
si mette in posa e vanifica tutto il vostro
lavoro.