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Appunti
di tecnica fotografica |
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Dagli
ampi panorami ai particolari più semplici,
dal cielo ai fenomeni atmosferici. Il paesaggio
può acquisire significato prendendo
spunto da ogni cosa che lo compone, colori
compresi. Nelle ultime e nelle prime ore del
giorno la luce muta velocemente, colorandosi
di rosa, rosso, giallo, blu. Un sole splendente
in pieno giorno può causare la formazione
di immagini con dominanti azzurro-verde, così
come un paesaggio ripreso con un obiettivo
di lunghezza focale sbagliata può risultare
banale e insignificante. Se da un lato è
di fondamentale importanza la bellezza o la
particolarità del paesaggio, dall'altro
è indispensabile la tecnica e la giusta
luce. Il grandangolare Quando
il paesaggio è fotograficamente interessante
in tutta la sua estensione, si utilizza un
obiettivo di focale corta che consente una
grande profondità di campo (indispensabile
il paraluce). |
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La
linea dell'orizzonte deve essere sempre tenuta
sotto controllo, dal momento che la sua inclinazione
è particolarmente evidente nelle riprese
con grandangolari, si deve inoltre tenere
conto delle deformazioni prospettiche che
aumentano dal centro verso i bordi dell'inquadratura
e si deve subire l’allontanamento prospettico
(che aumenta al diminuire della lunghezza
focale).
Si
calcola una esposizione media tra cielo
e terreno.
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I
12/18mm consentono
immagini ad effetto, con deformazioni prospettiche
esagerate e suggestive. Queste focali raccolgono
luce da ogni lato, per cui bisogna fare
attenzione ai raggi luminosi laterali.
Il 20mm senza esagerare la prospettiva, coinvolge l'osservatore e lo spinge dentro la scena, dando grande risalto al primo piano e allontanando lo sfondo. Col 24mm l’effetto grandangolare si riduce in modo notevole, ma è forse la focale grandangolare più apprezzata dai professionisti. Il 28mm può essere considerato il grandangolare standard quello usato più frequentemente. |
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Il
Teleobiettivo Quando non possiamo avvicinarci per inquadrare solo una parte del paesaggio, si ricorre all’uso dei teleobiettivi, ma si deve fare molta attenzione alla prospettiva. Un filare di alberi ripreso con un 400mm appare compresso in profondita', con gli alberi addossati tra loro. Dobbiamo tenere conto anche del fatto che più l'obiettivo è potente, più è difficile mantenerlo fermo e diventa indispensabile avere una base stabile d’appoggio, che dovrebbe essere un cavalletto, ma anche più semplicemente puo’ diventare di volta in volta, un muretto, il tetto dell’auto un tronco tagliato, ecc… È sempre opportuno controllare la profondità di campo attraverso il mirino in modo da valutarla in anticipo. Il limitato angolo di visione del teleobiettivo ci darà una lettura esposimetrica in linea di massima corretta, un aumento dell'ingrandimento e l’esclusione degli elementi di disturbo, ma dovremo fare i conti con lo schiacciamento prospettico dei piani. |
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Elementi del paesaggio Montagne e colline Le montagne sono elementi dominanti che pongono in secondo piano tutto il resto. Importantissima è la direzione della luce. Fotografate dall'alto assumono una colorazione chiara e invitante, dal basso assumono un aspetto incombente. Più si sale, più i colori del cielo divengono intensi, aumentano gli ultravioletti e la luce polarizzata, per cui è meglio usare un filtro UV e limitare l'uso del polarizzatore. |
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Frequentemente
ci si imbatte in zone d’ombra profonda
alternate ad altre molto illuminate ed è
conveniente effettuare letture esposimetriche
con il sistema comparato a zone, oppure effettuare
piu' letture con sistema spot e impostare
tempo e diaframma con la fotocamera in modalita'
manuale. Le colline sono soggetti meno complessi delle montagne. Vegetazione e prospettiva aerea sono i caratteri fondamentali. |
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Ricchi di innumerevoli spunti naturalistici,
inseriti spesso in atmosfere delicate e soffuse.
Un bosco umido e con cielo coperto, (dopo un temporale) presenta atmosfere limpide e colori saturi. Per questo, molti considerano migliore la luce di un cielo velato e lattiginoso, con illuminazione più o meno uniforme senza forti contrasti. Gli alberi sono soggetti difficili e servirebbero obiettivi decentrabili, oppure bisognerebbe fotografarli da punti elevati, e con la macchina perfettamente orizzontale. I soggetti direttamente illuminati dal sole filtrante, dovranno essere schiariti con un leggero colpo di flash. Anche nella stagione invernale, il bosco è un ambiente ricco di soggetti fotografici. Alcuni animali possono essere avvicinati solo in inverno, come pure certi fenomeni sono osservabili solo in questa stagione. Molti sono anche i soggetti macrofotografici, come tutte le forme del gelo. Evitate di alitare sulla lente frontale o nel mirino e se comunque dovesse capitare, attendere la naturale evaporazione senza intervenire. |
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Pianure e coste marine |
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Le
pianure, a meno che non si eseguano riprese
aeree, hanno sempre una linea di orizzonte,
per cui si deve fare attenzione all’esposizione
del cielo. nei casi in cui questo sia spettacolare
(temporale, nubi, tramonti) è indicato
l'orizzonte basso.
Per riprese ampie e panoramiche è utile un punto di ripresa sopraelevato (tetto di una casa, un crinale), in modo da non avere linee di fuga che si sovrappongono e si confondono. Con un grandangolare ci si può concentrare sui dettagli del primo piano, inquadrando contemporaneamente l'orizzonte e il cielo. Per le coste marine, le ore consigliate sono l'alba e il tramonto perché in pieno giorno la luce è quasi sempre eccessiva. |
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Quelle sabbiose sono soggetti poveri di per sé, ma acquistano molta suggestione se colte in coincidenza di fenomeni naturali come burrasche, onde, temporali, albe e tramonti. Le coste rocciose danno più spunti fotografici. Il risultato finale dipende anche dai colori del mare. In pieno sole, non dimenticare di compensare la lettura esposimetrica (sovraesporre due-terzi di stop). Acque di superficie |
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I
riflessi superficiali costituiscono il principale
problema. Bisogna stabilire quali si vuole
tenere e quali eliminare. I riflessi del sole all'alba o al tramonto, sono piuttosto piacevoli, così pure quelli di un paesaggio che si specchia sulla superficie dell’acqua. Quando si generano riflessi poco graditi, si ricorre al filtro polarizzatore. Quando ci si trova controluce bisogna fare la lettura esposimetrica sull'acqua facendo attenzione che i riflessi restino fuori campo, per poi sovraesporre di uno stop circa. Nel caso di acque in movimento (cascate, torrenti, fiumi, onde, burrasche) bisognerà stabilire a quale risultato si vuole arrivare e operare di conseguenza con tempi e diaframmi. Se si vuole bloccare la caduta d'acqua in una cascata, si usa un tempo veloce ( 1/250sec). Se si vuole dare all'acqua un aspetto vaporoso si utilizza un tempo lungo (1/8sec). La superficie del mare si presta molto bene alle sottoesposizioni intenzionali (anche di 2stop), per ottenere riflessi meno abbaglianti, contrasti più marcati e colori più saturi. |
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