Appunti di tecnica fotografica
 
       

Esprimere il movimento

Tempi lunghi

Per rendere la dinamica del movimento; che la fotocamera, sia a pellicola o digitale, per quanto complicata possa essere, si potra' agire sempre e solo sulla velocita' di otturazione.
Utilizzare un tempo di posa lungo, oltre che a compensare una scarsa illuminazione, puo' essere una scelta dettata dalla volonta' di esprimere il movimento di un soggetto. La fotocamera dovrà essere appoggiata su un supporto stabile e lo scatto dovrà avvenire, nel momento in cui il soggetto in movimento passerà attraverso il campo inquadrato.
Creare del mosso intenzionale, non significa far risultare mossi tutti gli elementi della foto.

Cercheremo invece di creare in'immagine in cui avremo elementi fermi e nitidi, ed altri in movimento.
Per restituire la sensazione del movimento di un pedone che attraversa il campo inquadrato, sarà necessario un tempo di di posa di 1/15 o di 1/30 di secondo.
Per un’automobile sarà necessario utilizzare 1/60 o un 1/125 di secondo. Comunque tutto sara' relativo alla velocità con la quale il soggetto scorre all’interno dell’inquadratura durante il tempo di otturazione.

Utilizzare tempi troppo lunghi c’è il rischio di generare immagini con soggetti non identificabili, o addirittura di vederne solo la scia.

Non è detto, che il soggetto in movimento, debba necessariamente attraversare in qualche modo il fotogramma, potrebbe trattarsi anche del movimento:

Dell’acqua di un fiume o di una cascata;
Dello zampillo di una fontana;
Di un macchinario industriale;
Di una giostra per i bambini;
Delle stelle.

In questi casi, sarà più semplice perché sarà sufficiente fare qualche scatto utilizzando tempi diversi per poi scegliere l’effetto di mosso più gradito.
A volte, i tempi di esposizione possono essere lunghi anche più di un minuto, come nel caso delle fotografie notturne in cui, oltre alle luci del paesaggio restano evidenziate nell’inquadratura anche le scie luminose che lasciano i fari delle automobili in movimento.
Per registrare movimenti astronomici come le scie luminose generate dalle stelle, possono volerci ore.

Panning

Con questa tecnica la fotocamera non rimane ferma, ma viene mossa seguendo la traiettoria di movimento del soggetto, parallelamente allo sviluppo dell’azione stessa e alla stessa velocità.


Il panning si ottiene utilizzando tempi di esposizione relativamente veloci.
Si tratta di una tecnica molto usata per fotografare gare automobilistiche, motociclistiche o manifestazioni di acrobazia aeronautica, comunque situazioni dove si devono esprimere sensazioni di alta velocità.
Bisogna iniziare a seguire il movimento del soggetto appena esso entra nell’inquadratura.
La messa a fuoco bisogna preimpostarla manualmente o nelle macchine predisposte utilizzare l'autofocus dinamico.
Poi dopo avere iniziato l'inseguimento del soggetto, si preme il pulsante di scatto.

Si continua a seguire fluidamente il soggetto fino alla chiusura dell'otturatore, perché qualsiasi arresto o sussulto può compromettere il risultato finale. Ciò che si otterrà, sarà una foto con il soggetto nitido e ben distinguibile e con uno sfondo mosso e confuso (strisciato).
Quest’ultimo deve essere appropriato per questo genere di foto e presentare preferibilmente molti elementi in forte contrasto cromatico o l’effetto panning sarà molto ridimensionato.

Attenzione ai sistemi di stabilizzazione dell'immagine, se non posseggono modalita' di funzionamento specifiche per questo tipo di fotografia, vanno disinseriti.

Zoom (l’esplosione)

Prima di tutto, bisogna montare sulla fotocamera uno zoom, si fissa il tutto saldamente ad un cavalletto stabile e si cerca un soggetto adatto a far “esplodere”. Ideale sarebbe un soggetto senza altri elementi intorno.
Lo si punta con la focale più corta e nel momento in cui scatta (utilizzando tempi lunghi come 1/8 di sec.) si porta la focale dello zoom al massimo.
Il tempo di scatto e il tempo della zoomata determineranno la riuscita della foto.
E’ bene fare più tentativi. (l'immagine a lato e' stata ottenuta in post produzione con un programma informatico per elaborazione grafica).


Prospettiva

La visione umana è di tipo stereoscopico, in quanto gli occhi ci permettono di catturare due immagini lievemente disassate che nel nostro cervello si sovrappongono, generando la sensazione di volume, e profondità. Il volume dunque è l’aspetto tridimensionale delle cose, la percezione di larghezza, altezza e profondità. L’immagine fotografica viene eseguita tramite un solo obiettivo, di conseguenza, monoscopica e bidimensionale. Per restituire all’immagine la sensazione di volume e spazio, si utilizza la costruzione prospettica, che comunque non fornisce una visione identica a quella stereoscopica perché non consente di percepire il rilievo.

Le tecniche prospettiche sono due:

La prospettiva centrale, quando i volumi sono raffigurati con una faccia di fronte a chi osserva. Viene utilizzata per raffigurare i grandi spazi e possiede un solo punto di fuga, dove convergono tutte le linee di profondità.

La prospettiva accidentale, quando i volumi si presentano di spigolo, essendo casuale la posizione dell’osservatore. Di norma viene utilizzata per raffigurare i volumi in ambiti circoscritti e possiede due punti di fuga, nei quali convergono tutte le linee parallele.

Entrambe hanno in comune:
• punto di vista (dove si trova l’osservatore)0
• linea di orizzonte (passante per i punti di fuga e all’altezza dell’occhio di chi osserva)