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Appunti
di tecnica fotografica |
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Indipendentemente
dalla tecnologia costruttiva, la sua struttura
e' essenzialmente formata in modo da costituire
una griglia ottica. |
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Se
poniamo un filtro polarizzatore lungo il cammino
di un raggio polarizzato dalla riflessione
su una superficie, abbiamo due possibilità: • La griglia filtro viene orientata nello stesso senso di vibrazione del raggio luminoso; il raggio luminoso la attraversera'; • La griglia filtro viene orientata perpendicolarmente al senso di vibrazione del raggio luminoso; il raggio luminoso verra' i gran parte bloccato; |
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![]() Orientamento verticale |
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![]() Orientamento orizzontale |
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Si
impedisce in questo modo il passaggio
di parte delle onde luminose riflesse
dall'acqua o da altre superfici. Grazie
a questa proprietà è possibile
restituire la trasparenza ad un corso
d'acqua illuminato dal sole, che altrimenti
apparirebbe pieno di fatidiosi riflessi. Un altro utilizzo, seppur meno comune, è quello di sovrapporre due filtri polarizzati e facendoli ruotare l'uno rispetto all'altro. Si ottiene un filtro quasi neutro di intensità regolabile. Sono
disponibili due tipologie di filtri polarizzatori
per fotografia: NB:
Il polarizzatore circolare non fornisce
prestazioni qualitativamente migliori o
più efficaci del polarizzatore lineare. |
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Alcuni filtri possono essere utilizzati per effetti speciali; ad esempio vi sono filtri che possono sfumare l'immagine, dando agli oggetti un'aura delicata o filtri che possono fare in modo che le luci creino l'effetto stella (starlight). Molti di questi filtri sono stati sostituiti nella fotografia digitale dai programmi di fotoritocco, che permettono di applicare l'effetto dopo la ripresa. Neutri (neutal density)
Il filtro a densità neutra (o filtro
ND) è utilizzato per assorbire
una determinata quantita’ di luce in
modo da non farle raggiungere la pellicola
o il sensore. Si possono utilizzare in questo
modo tempi di esposizione più lunghi
o aperture di diaframma maggiori a seconda
delle esigenze di ripresa. |
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Questa
serie di filtri si presentano di colore grigio
neutro e sono disponibili in diverse gradazioni,
che troveremo indicate sulla confezione o
sulla ghiera del filtro con le sigle ND2,
ND3… ND16. Sigle che indicano il rapporto di frazionamento della quantita’ di luce che li attraversa, per dar modo di calcolare la corretta esposizione rispetto alla condizione di assenza di filtro. |
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Se
non fosse sufficiente l’attenuazione
luminosa introdotta da un solo filtro, si
puo’ aumentare l’effetto sovrapponendoli. I campi d’impiego dei filtri neutri riguardano soprattutto il cercare di ovviare ad una forte sovraesposizione non altrimenti evitabile o la ricerca di effetti, soprattutto riguardanti soggetti o oggetti in movimento. Vengono spesso utilizzati per fotografare fontane, cascate o risacche su scogliere in quanto il notevole aumento del tempo di esposizione rende l'acqua in movimento più fluida e uniforme (effetto seta); Utilissimi nella fotografia architettonica, i quanto l'aumento del tempo di esposizione fa sì che pedoni e automezzi in transito, spariscano letteralmente dalla scena per il semplice fatto che il loro stesso movimento non gli permette di restare a coprire lo stesso punto del fotogramma per un tempo sufficiente ad impressionarlo in modo apprezzabile. |
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I
filtri digradanti possiedono una zona trasparente
che sfuma verso una zona piu’ scura
o colorata, quindi agiscono solo su una parte
dell'inquadratura. Come quelli neutri, sono
misurati in ND, fattore che indica la quantità
di luce attenuata. Cosi’, un ND4 ha un rapporto di luminosita’, fra la zona totalmente trasparente e quella colorata o comunque piu’ scura, di 2 stop. I piu’ versatili sono quelli costituiti da lastre rettangolari da inserire negli adattatori frontali, perché permette una migliore regolazione della zona da scurire, mentre quelli avvitabili hanno sempre la sfumatura fissa a meta’ dell’ inquadratura. |
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Questo filtro è utile anche nel digitale, perché in presenza di uno scarto di luminanza molto elevato fra le zone sopra e quelle sotto l’orizzonte, permette di ottenere una corretta esposizione di entrambe. Si
suddividono in filtri digradanti colorati
e filtri digradanti neutri. Nel primo caso
possono essere utilizzati per accentuare
un tramonto o creare altri tipi di effetti
atmosferici mentre, nel secondo caso, sono
spesso utilizzati soprattutto nella fotografia
paesaggistica per scurire il cielo e mantenere
un'esposizione uniforme in tutta la scena
inquadrata
Filtri soft-focus o flou Sono composti da vetri ottici trasparenti ma dalla superficie irregolare che, deviando in maniera casuale i raggi luminosi, producono un effetto sfuocato più marcato nelle alte luci (zone più luminose) e nei riflessi. |
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È spesso utilizzato nella fotografia
ritrattistica perché restituisce
un'aura romantica intorno alla figura. |
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Utilizzato
nella fotografia ad infrarossi congiuntamente
a pellicole adatte o apparecchiature digitali
in grado di vedere queste radiazioni, serve
a bloccare la luce visibile lasciando passare
unicamente la luce infrarossa.
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Il primo usa le sigle 2x, 3x,….10x (leggi 10 per) indica di quanto viene ridotta la luce che lo attraversa, e si dovra’ in base a questa indicazione calcolare il numero di stop necessari a compensarla Il secondo utilizzato da Cokin™, usa le sigle +2, +3, ecc…e molto piu’ semplicemente e direttamente ci segnala il numero di stop di incremento da impostare per una corretta esposizione. |
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Per gli amanti della fotografia alternativa
che usano apparecchiature a pellicola datate,
ed equipaggiate di esposimetri con cellule
al CdS (solfuro di cadmio), es. Olympus™
OM2n, essendo queste cellule piu’
sensibili alla luce azzurra che agli altri
colori, per calcolare la giusta esposizione,
sara sempre necessario fare riferimento
al fattore filtro. Precauzioni Dal
momento che gli schemi ottici degli obbiettivi
vengono calcolati per funzionare in modo
ottimale, da soli, considerando che tali
schemi ottici sfruttano il diverso coefficiente
di rifrazione di diverse qualita’
di vetro per correggere le aberrazioni (geometriche
e cromatiche), aggiungere una ulteriore
superficie da attravarsare, che non rientra
nel calcolo originale, puo’ introdurre
difetti imprevedibili a priori. |
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