Appunti di tecnica fotografica
 


Grande formato

Banco ottico

Apparecchio professionale, da studio, con due corpi separati mobili (standarde), uno anteriore dove viene montato l’obbiettivo e uno posteriore dove viene inserita la pellicola che scorrono su un asse centrale e permettono movimenti di basculaggio e decentraggio fra ottica e piano della pellicola.
Il sistema a banco ottico è estremamente modulare, si possono cioè intercambiare le diverse parti fino a raggiungere la configurazione ottimale per il lavoro che si intende svolgere.
Gli apparecchi fotografici a banco ottico sono destinati fondamentalmente a coloro che hanno elevate conoscenze tecniche.
Sono apparecchiature che offrono le massime possibilità creative nei campi della pubblicità e dell’architettura dove le grandi dimensioni della pellicola consentono di ottenere immagini ricchissime di dettagli, mentre basculaggi e decentramenti consentono di correggere facilmente, prospettive e linee cadenti.

Essenzialmente sotto il profilo strutturale, sono raramente dotate di sofisticazioni elettroniche.
L’esposizione deve essere calcolata dal fotografo con esposimetri manuali o con sonde di lettura sul piano focale.
Il costo e elevato. Il numero degli scatti disponibili e limitato, dal momento che utilizzano pellicole piane, simili alle lastre per radiografia.
La qualità dell’immagine e sempre molto elevata come purtroppo anche l’ingombro e il peso.

Folding 
Fotocamera che si può ripiegare su se stessa formando un sistema facile da trasportare. Destinata ad essere utilizzata fuori dalla sala di posa (foto paesaggistica, industriale, ritratto ambientato ecc…). Rispetto al sistema a banco ottico ha movimenti più contenuti perché limitati dalla costruzione stessa che non può modificare sostanzialmente la propria struttura di base.
Può essere costruita sia in legno che in metallo e a volte può essere fornita di ampie maniglie per l’uso senza cavalletto.

Digitali
Dal 1982, anno in cui la Sony commercializzò il primo modello si sono imposte sempre più sul mercato. Sono disponibili in una varietà di modelli tale da soddisfare tutte le esigenze. Hanno raggiunto ormai la definizione di una pellicola in formato 35mm. Si possono trovare su mercato anche particolari dorsi digitali da applicare alle reflex analogiche 35mm o magazzini digitali che vanno a sostituire i magazzini porta-pellicola in apparecchiature di medio e grande formato.

Gli obbiettivi:

•  Per le compatte, sono di tipo zoom non intercambiabili, anche se sono previste spesso lenti addizionali.
•  Per le reflex, sono gli stessi utilizzati per i modelli a pellicola, anche se, quasi sempre, si deve ricalcolare l’angolo di campo in base alla  dimensione del sensore montato sull’apparecchio.

Minime dimensioni, leggerezza, versatilità d’uso, possibilità di vedere subito sul display l’immagine scattata e di stampare solo le immagini scelte, sono alcune delle loro armi vincenti.

Per contro, quelle che possono produrre immagini di qualita' professionale hanno un costo iniziale elevato, ma considerato che la tecnologia sta facendo passi da gigante, gli apparecchi fotografici a pellicola resteranno solo per il piacere degli amatori e dei collezionisti.


Impugnare la fotocamera

 

Sembra talmente ovvia la necessità di mantenere fermo l’apparecchio fotografico per evitare effetti di mosso che spesso si da per scontato che tutti lo sappiano fare in maniera naturale.
Per ogni modello di fotocamera e a seconda della disposizione dei comandi, sono necessarie leggere variazioni da quello che si può considerare il modo giusto qui raffigurato.
NB: I gomiti sono sempre chiusi e appoggiati al corpo.
Ognuno comunque può inventare un modo tutto personale, purché gli permetta di tenere l’apparecchio ben fermo.


Cavalletto e monopiede
  
Quando le condizioni diventano difficili, (poca luce o le apparecchiature sono appesantite o rese ingombranti dall’aggiunta di accessori o di obbiettivi di grandi dimensioni), le mani non bastano più e occorre far intervenire il cavalletto che ci assicura un appoggio stabile.
Il cavalletto universale non esiste e di conseguenza è necessario fare delle scelte, cercando, in base alle proprie necessità, di acquistare quello che unisce la massima funzionalità, il minor costo e la migliore resistenza meccanica. Se lo useremo per lavorare in studio, il peso non avrà molta influenza sulla nostra scelta, ma se siamo amanti della natura e dovremo portarcelo a tracolla per chilometri, è sicuramente importante riuscire a coniugare la resistenza meccanica con il peso cercando il compromesso migliore.
  
Oggi esistono in commercio dei modelli in fibra di carbonio che ad una grande rigidità uniscono una leggerezza veramente eccellente, peccato che poi non sia così eccellente anche il prezzo!
In ogni caso il consiglio di un amico che abbia un minimo di esperienza è senz’altro da apprezzare anche perché acquistare un cavalletto perché si intona al resto dell’attrezzatura, o solo perché ha un prezzo vantaggioso, significa quasi sempre doverne acquistare un secondo in base alle esperienze fatte.
Un modello per uso generale potrebbe avere queste caratteristiche:
   • ottima rigidità meccanica (niente vibrazioni)
   • leggero da trasportare
   • testa snodata a tre movimenti con dei comandi pratici da manovrare anche con i guanti nella stagione invernale.
   • ingombro ridotto al minimo possibile.
      
Il cavalletto può trovare una valida alternativa nel monopiede, un attrezzo semplice, leggero e di minimo ingombro che diventa di grande utilità e fornisce un buon appoggio quando si effettuano frequenti spostamenti.
Durante un’escursione fotografica si può lasciare assemblato al corpo macchina per essere sempre pronto all’uso.
Dispone comunque di un solo piede e non può quindi sostituire il cavalletto in tutte le condizioni, ma fornisce comunque un piccolo aiuto in molte occasioni evitandoci la scomodità di appoggiarci ad un muretto, una ringhiera, sul tetto dell’auto o semplicemente alla spalla di un amico.
Da notare è che in tutti quei luoghi dove, in modo esplicito, viene vietato l’uso del cavalletto, legalmente non ci possono impedire comunque di utilizzare un monopiede. Basta avere l’accortezza di poggiarlo sulla punta di una delle nostre scarpe.
             
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