Appunti di tecnica fotografica
 

Faretti a luce fissa

Di illuminatori utilizzabili in uno studio fotografico ne esistono di vari tipi e modelli, e dispongono di caratteristiche anche molto diverse fra loro.

Il tipo più diffuso e utilizzato è senz’altro il faretto con lampada allo iodio che unisce alla versatilità d’uso anche un ridotto ingombro e un basso costo.
U
ltimamente si va diffondendo l’uso dei tubi elettronici, (simili alle lampade al neon) e degli illuminatori a LED. Tutti offrono la possibilità di scegliere fra varie temperature di colore, quindi si  adattano ad ogni esigenza di illuminazione, ma le lampade allo iodio producono una

quantità di calore piuttosto elevata, sprattutto se restano accesi per ore, trasformando in questo modo lo studio fotografico in un forno, e regalandoci antipatiche scottature alle dita ogni volta che si cerca di cambiarne l’orientamento.
I faretti allo iodio nudi, (senza accessori applicati) emettono una qualità di luce che potremmo definire dura e di alta intensità che conferisce tridimensionalità al soggetto e produce ombre nette sui fondali eventualmente utilizzati.
Se adeguatamente direzionata rende molto evidente la trama delle superfici e può illuminare in maniera selettiva particolari o singole zone di una scena.
Gli illuminatori si possono presentare come fari a lampada singola o come pannelli multilampada (banks). Con questi ultimi si ha la possibilità di illuminare grandi aree in modo uniforme.
Tutti i tipi di illuminatori possono a seconda delle esigenze, essere completati con una quantità di accessori molto ampia, parabole con diversi angoli di copertura, diffusori di luce e filtri colorati, bandiere di schermatura e classici ombrellini riflettenti in vari colori e misure.


Riflettori e diffusori

Si presentano come pannelli di varie dimensioni e possono essere sia strutture rigide che flessibili o pieghevoli per facilitarne il trasporto.
Le forme vanno dal quadrato o rettangolare delle strutture rigide o al limite flessibili al rotondo dei piccoli riflettori ripiegabili.

Superfici riflettenti argentate, dorate o colorate permettono di integrare o modificare le tonalità di luce che arrivano al soggetto coprendo eventuali zone d’ombra indesiderate senza dover utilizzare illuminatori aggiuntivi.

Va ricordato che i riflettori non si usano solamente in studio ma sono estremamente utili anche all’aperto, per attenuare i contrasti eccessivi che si formano sui soggetti in pieno sole e soprattutto non necessitano di una presa o di un generatore di corrente a portata di mano.
Come riflettori di luce si possono usare semplicemente fogli di cartoncino bianco, o ancora, molto efficacemente i fogli di alluminio, che normalmente utilizziamo per conservare i cibi.

Strutturalmente simili ai riflettori, i diffusori sono costituiti da un telaio di supporto, rigido o flessibile, che mantiene in tensione tessuti acrilici, fogli di mylar (polimero plastico), o pergamena.
Diffondono e ammorbidiscono la luce proveniente dalle varie fonti, compreso quella solare, vengono anche questi utilizzati per bilanciare l’illuminazione e attenuare i contrasti eccessivi, dovuti ad un’illuminazione troppo diretta e dura. Possono presentarsi anche come vere e proprie camere, costituite da pannelli e illuminate dall’esterno, che consentono di inquadrare e fotografare il soggetto in una luce diffusa e uniforme tramite apposite finestre.

Scenari di illuminazione dei soggetti

Prima di creare uno scenario, bisogna prima di tutto avere chiare alcune cose basilari:
 • Come deve apparire il soggetto nell’immagine finale;
 • Stabilire che tipo di luce necessita per ottenere l’effetto voluto;
 • Procurarsi l’attrezzatura adatta.

Montare un set fotografico significa avere già chiaro come dovrà essere il risultato finale, perché, l’immagine non sarà, l’istantanea scattata per strada o a cena con gli amici, ma il risultato di un ben definito progetto.
La costruzione della scena verrà studiata fin nei minimi particolari, soggetto, pose, luci, ombre, fondali tutti finalizzati a suscitare nell’osservatore determinate emozioni.

Per comporre uno scenario minimo per eseguire un buon ritratto in fondo basta poco, qualche faretto, un paio di pannelli diffusori, due bandiere per schermare la luce e un fondale, possibilmente uniforme e per incominciare scuro.

Il set più semplice che si può costruire è formato da:



1. Un faretto frontale al soggetto, in asse con la fotocamera e spostata in alto rispetto a questa, ottenibile con un illuminatore da 800W montato su cavalletto con applicato un pannello diffusore per ammorbidirne la luce. Chiameremo questa luce principale.
2. Una luce spot laterale al soggetto, ottenuta con illuminatore da 500W con montato un set di bandiere per ridurre il fascio di luce emesso al solo soggetto. Servirà a dare spessore, tridimensionalità al soggetto.

3. Una terza luce diffusa, da 500W, dietro al soggetto, in asse con la fotocamera e da questa non visibile. In questo caso possiamo utilizzare il solito faretto, ma questa volta senza applicare nulla alla sua struttura di base, in quanto ci serve un tipo di luce più dura e definita. Questa terza fonte luminosa metterà in evidenza i dettagli.
Il risultato sarà un ritratto dai tratti forti e ben definiti fin nei più piccoli particolari.

Se vogliamo leggermente complicare le cose e ottenere un risultato più morbido, dovremo aggiungere una luce alla nostra attrezzatura e cambiare leggermente le disposizioni:

 
1. Due faretti con diffusore applicato, posti anteriormente al soggetto e con un angolo di 90/120° fra i due, leggermente sopra il piano della macchina fotografica che sarà posizionata al centro di questi e che costituiranno la luce principale.
2.
Faretto di minore potenza o filtrato per abbassarne  la  luminosità  più  diffusore per ammorbidire la luce

emessa dietro al soggetto e angolato rispetto alla fotocamera a generare un controluce, ma sempre fuori campo.
Esalterà i contorni senza violentare la luce morbida e diffusa delle luci principali.
3. Una quarta luce questa volta diventa necessaria, sarà composta da un faretto da 800W, filtrato con un diffusore e posto a terra dietro al soggetto, ma questa volta sarà diretto verso il fondale e servirà a togliere da questo, le ombre generate dalle altre luci.

Il numero di scenari di illuminazione può essere praticamente infinito. L’unico limite e costituito dalla nostra fantasia e capacità tecniche di composizione.

             
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