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Appunti
di tecnica fotografica |
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E’
l’otturatore a tendina perfezionato,
utilizzato nelle fotocamere attuali. Il suo
nome deriva dalla vicinanza col piano focale.
E’ infatti posizionato a pochi millimetri
dalla pellicola o dal sensore digitale e parallelo
ad essi. Le due tendine a scorrimento orizzontale
o verticale possono essere di tessuto gommato
o metalliche (titanio). Queste ultime
possono raggiungere tempi di scatto superiore
al 1/4000 di sec. sfruttando anche il movimento
verticale che fa percorrere alla tendina una
distanza più breve. |
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Nell’otturatore a tendine orizzontali
(componenti delicatissime e che quindi
bisogna assolutamente evitare di toccare),
al momento dello scatto, (1) la prima tendina
si avvolge su un rocchetto libero e lascia
passare la luce attraverso la finestra, (2)
trascorso il tempo di esposizione impostato,
parte la seconda tendina che srotolandosi
dal rocchetto dove si trova avvolta, copre
progressivamente la finestra fino a chiuderla
completamente, proteggendo così l’elemento
sensibile alla luce. (3) Al caricamento, le
due tendine tornano alla posizione di partenza
in maniera solidale, senza fare passare luce
e pronte allo scatto successivo. Le tendine
a scorrimento verticale non utilizzano un
sistema ad avvolgimento su rocchetti ma sono
meccanicamente conformate come piccoli ventagli
di lamelle. Questo, pur permettendo di guadagnare
spazio e velocità per le minori masse
in movimento, non modifica la logica del sistema
di esposizione. |
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Nella
maggioranza delle fotocamere reflex i mirini
consentono di vedere una parte leggermente
più piccola (95-98 %) del fotogramma
e quindi di ciò che verrà impressionato,
questo puo' diventare un vantaggio anziche'
uno svantaggio se si tiene conto, che i laboratori
normalmente, non stampano tutto il fotogramma
. |
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A
seconda del modello di reflex, nel mirino
è possibile leggere varie informazioni;
in genere sono i dati relativi ai valori del
diaframma, al tempo di scatto, indicazioni
su eventuali errori d’esposizione, utilizzo
del correttore d’esposizione o di programmi
d’esposizione predefiniti. Per chi ha
piccoli problemi di vista e desidera fotografare
senza occhiali, alcune reflex danno la possibilità
di aggiungere al mirino lenti correttive o
di compensare il difetto di vista direttamente
con la fotocamera ( anche da +3 diottrie a
-3 diottrie ). |
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La
superficie sulla quale si forma l’immagine
è uno schermo smerigliato ed è
qui che avviene la verifica visiva della messa
a fuoco. Per garantire una luminosità maggiore e soprattutto per renderla omogenea viene incorporata anche una lente di Fresnel, ideata dal fisico |
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francese Augustin Fresnel e usata come condensatore
di luce, essa svolge la funzione di una
comune lente convergente ma è molto
più sottile e leggera in funzione
del suo utilizzo. L’insieme
di questi elementi possono risultare più
o meno luminosi secondo le loro caratteristiche. Telemetro a immagine spezzata o stigmometro |
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E’ formato da due prismi semicircolari (visibili come due mezze lune) opposti e posizionati al centro del vetro smerigliato. Una linea appare spezzata in diagonale o in orizzontale quando il soggetto non è perfettamente a fuoco. E’ utile quando la zona da mettere a fuoco presenta delle linee e contorni netti. In scarse condizioni di luce o con obbiettivi poco luminosi si può verificare che uno o entrambe le superfici prismatiche ci appaiano scure, rendendo difficile se non impossibile l’utilizzo del dispositivo. |
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Microprismi
Sono posizionati a collare intorno allo stigmometro.
Guardandovi attraverso, l’immagine ci
apparirà indistinta ed evanescente
finché non sarà messa a fuoco.
Utile quando nell’inquadratura sono
presenti grandi superfici piane e omogenee. |
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NB: Nei sistemi autofocus lo schermo non ha questi dispositivi ottici in quanto l’operazione viene effettuata automaticamente da circuiti elettronici di misurazione. Autofocus |
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Con
le fotocamere dotate di sistema autofocus,
è necessario fare coincidere una delle
aree di autofocus, col punto che si desidera
mettere a fuoco e premendo leggermente il
pulsante di scatto, la macchina eseguirà
la messa a fuoco. Esistono diverse opzioni
d'uso delle aree sensibili, ed e' sempre necessario
consultare attentamente il manuale della fotocamera,
per sfruttarne appieno le funzionalita'. Le
autofocus, se non usate in modo attento, possono
farci commettere errori, specialmente in presenza
di superfici riflettenti o contenenti elementi
o superfici a basso contrasto. Pur essendo
l’elettronica a fornire una massa a
fuoco di precisione, essa a volte può
“impazzire” e sarà indispensabile
eseguire manualmentela messa a fuoco, sempre
che nella macchina fotografica che si sta
utilizzando, sia prevista questa opzione.
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Nelle macchine digitali e' possibile avere linee e schemi grafici aggiuntivi, che consentono di allineare il fotogramma alle verticali o all'orizzonte con maggiore precisione, semplicemente personalizzando le impostazioni della fotocamera. |
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