Appunti di tecnica fotografica
 


Esposimetri

L’esposimetro è uno strumento che tramite una fotocellula o un sensore elettronico, misura l’intensità della luce e fornisce i valori del diaframma e dell’otturatore per ottenere la giusta esposizione.
Può misurare sia la luce che il soggetto riflette (luce riflessa) oppure, tramite apposito diffusore da applicare davanti all'obbiettivo quella che illumuna direttamente il soggetto (luce incidente).

Esistono esposimetri a mano (separati dalla fotocamera) che sono predisposti per leggere oltre alla luce incidente o quella riflessa, anche l'illumunazione ottenibile da una lampada flash.
Le macchine fotografiche reflex 35mm hanno in dotazione un esposimetro incorporato che misura la luce riflessa.
Le fotocamere reflex attuali sono dotate di sistemi elettronici a matrice, assistiti da microprocessore che hanno sostituito le cellule al silicio e quelle ancora più vecchie al selenio o al solfuro di cadmio, che a seconda del tipo, potevano privilegiare alcuni colori rispetto ad altri o falsare, in presenza di forte illuminazione, i dati di più letture ravvicinate, restituendo valori esposimetrici errati.


Tipi di misurazione

Lettura Media Pesata al centro
Valutazione dell’intero campo inquadrato con maggior peso attribuito alla zona centrale dell'inquadratura (totalmente sostituito dalla misurazione comparata).
Lettura Parziale (semispot)
Limitata alla zona centrale dell’immagine, ± 8-10mm di diametro (ca. il 15% del fotogramma).
Lettura Puntiforme (spot)
Limitata al 2-3% dell'immagine. Usata nelle riprese con teleobiettivo e in macrofotografia, allo scopo di esporre correttamente i particolari fondamentali o i soggetti più piccoli.
Nella lettura puntiforme, in virtù del fatto che l'esposimetro non tiene conto del restante 97-98% della scena, si rischiano sovra o sottoesposizioni dello sfondo. Per questo è necessario compensare l'esposizione per le alte luci e per le ombre, o mediando con i valori di altre aree che sicuramente dovranno essere esposte correttamente (tecnica multispot).
Lettura Multi-zona (misurazione comparata)
Sistema esposimetrico suddiviso in zone fisse e fra loro indipendenti. Un chip calcola il valore dell'esposizione valutando l’intensità dei segnali e la gerarchia delle varie zone.
Ottimo quando la scena inquadrata è caratterizzata da alti contrasti di luce (zone in luce e zone in ombra; neve, sole; riflessi; ecc…).

Riferimento (il 18% della luce)

Se teniamo conto esclusivamente delle indicazioni dell’esposimetro incorporato, per fotografare prima un cartoncino completamente nero e poi uno completamente bianco, una volta stampate le immagini ci accorgeremmo che sono entrambe di una tonalità molto simile di grigio. Questo avviene perché gli esposimetri sono tarati per riportare la lettura della luce misurata ad un grigio medio, di conseguenza un soggetto molto chiaro risulterà sottoesposto, mentre uno molto scuro sovresposto. A fronte della stessa luce, infatti, per i due cartoncini la lettura della luce è stata diversa, falsata dall’eccessivo; riflesso per il bianco; assorbimento per il nero. In presenza di scene molto chiare o molto scure, abbiamo due modi per effettuare la lettura corretta.

Luce riflessa

Utilizzando un cartoncino, dalla superficie grigia opaca uniforme e con capacità di riflessione al 18%. In questo modo possiamo fare una misurazione dell’esposizione per sostituzione dato che un soggetto generico riflette mediamente il 18% della luce che lo colpisce e che gli esposimetri sono tarati su questo valore. La lettura dell’esposimetro si effettua in corrispondenza del cartoncino grigio illuminato nello stesso modo in cui è illuminato il soggetto e senza mettere a fuoco.
Il valore letto dall’esposimetro costituirà l’esposizione corretta indipendentemente dalla riflettenza del soggetto da fotografare. Il cartoncino deve essere messo il più vicino possibile al soggetto che si vuole esporre correttamente. Il cartoncino inoltre deve assumere la stessa inclinazione del soggetto.
Se si utilizza un esposimetro esterno alla macchina fotografica, si deve ricordare che il diffusore di luce deve essere aperto.

Luce Incidente

Utilizzando appositi diffusori da applicare all'obbiettivo, avremo la possibilità di fare misurazioni accurate leggendo la luce che riceve il soggetto direttamente dalla fonte luminosa, la misurazione diventa indipendente dai valori tonali del soggetto stesso.

Se si utilizza un esposimetro esterno alla macchina fotografica, con luce incidente, il diffusore dell’esposimetro deve restare chiuso.

Lettura

Gli esposimetri interni alle fotocamere ci possono fornire indicazioni diversificate a seconda dell’impostazione che abbiamo deciso di adottare, ci daranno un valore di diaframma se abbiamo deciso per la misurazione a priorità di tempo, mentre sarà un tempo di otturazione se avremo impostato la lettura a priorità di diaframmi. Possono altresì limitarsi a fornirci l’indicazione della giusta illuminazione che dovremo cercare di raggiungere, manovrando manualmente le ghiere di tempi e diaframmi. Gli esposimetri esterni e i sistemi elettronici delle nuove fotocamere, ci forniscono un’indicazione che consiste in una coppia Tempo/Diaframma. In pratica, i moderni esposimetri ci consigliano a seconda di parametri pre-impostati o programmabili, sia il tempo di scatto che il diaframma da adottare per l’esposizione.
Naturalmente, con i valori consigliati arriverà la giusta quantità di luce all'elemento sensibile, ma possiamo sempre variarli a seconda delle nostre esigenze, per creare effetti di mosso o di sfocatura selettiva al fine di porre in risalto un elemento rispetto ad un altro. L’importante è ricordare che se aumentiamo il tempo di esposizione di un certo numero di valori (stop), dovremo diminuire l’apertura del diaframma dello stesso numero di stop.
Tempo
4
8
15
30
60
125
500
1000
Diaframma
22
16
11
8
5,6
4
2,8
1,8
Nella tabella, un’ipotetica coppia tempo/diaframma misurata e la sequenza di tempi/diaframmi alternativi.
Un’altra indicazione che possiamo avere dagli esposimetri esterni è il livello di illuminazione espresso in Lumen, EV o Candle, che sono scale di misurazione dell’intensità luminosa.
             
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